Quando tra i vertici aziendali delle PMI italiane c’è almeno una donna con età tra i 31 e i 45 anni, la probabilità di default, quindi di insolvenza nella restituzione dei finanziamenti, risulta minore.
È questo quello che emerge da uno studio effettuato da Banca AideXa su un campione di PMI e liberi professionisti italiani che hanno richiesto un prestito, che possiedono un fatturato superiore a € 100.000 e sono nati da almeno due anni.
Dall’analisi risulta infatti come le PMI con presenza femminile in ruoli di leadership abbiano un rischio di insolvenza del 18% inferiore a quelle con guida maschile. Ma c’è di più: la probabilità di default si abbassa al 29% quando queste stesse imprese sono basate in Centro Italia e nel Nord Est.
La messa in relazione dell’affidabilità creditizia di un’impresa con la presenza di un management femminile diventa dunque un indicatore il cui impatto merita di essere osservato con ancora più attenzione non solo dagli istituti di credito, ma in primis dalle aziende.
Anche un recente studio Mediacom [1] conferma infatti come il valore delle donne in azienda coinvolga positivamente ad ampio spettro aspetti come la produttività, la redditività, fino a toccare anche temi di benessere aziendale.
Chiudere il gender gap diventa quindi non più solo un auspicio per il futuro, ma una vera e propria raccomandazione con risvolti misurabili ampiamente in termini di valore.
Al di là dei benefici in termini di affidabilità e stabilità, emerge sempre più come in momenti di crisi le aziende con rilevante presenza femminile abbiano subito meno scossoni e abbiano anzi lavorato positivamente sulla redditività e il benessere aziendale.
Impegnarsi concretamente nel raggiungimento della parità di genere anche sul posto di lavoro diventerebbe quindi una vera e propria strategia mirata di crescita per le imprese italiane, oltre che un modo per allinearsi alle tendenze in atto già da tempo a livello globale, in cui sempre più donne stanno toccando i vertici aziendali e assumendo posizioni di leadership.
La strada da fare è ancora molta, ma in un quadro nazionale in cui le donne alla guida delle PMI rimangono ancora su numeri esigui, i benefici dati dalla loro presenza sono oggi sempre più tangibili.
[1] Mediacom. “Il valore unico delle donne in azienda”.