Giovanni Beninati è Co-founder, Vice Direttore Generale e Chief Risk & Compliance Officer di Banca AideXa. Il suo ruolo copre aspetti fondamentali per la gestione dei rischi aziendali e il rispetto delle normative, contribuendo a rendere la banca solida ed efficiente.
Giovanni, quali sono le principali attività che segui in Banca AideXa?
Mi occupo della gestione del rischio e della compliance. La parte risk riguarda l'identificazione, la gestione e il monitoraggio dei rischi aziendali, mentre la compliance si concentra sul rispetto delle normative, sia interne che esterne, garantendo che l’azienda operi in conformità con le leggi dello Stato e i regolamenti imposti dal regolatore.
Come si traducono queste responsabilità nell'operatività quotidiana?
Nel risk management, uno degli aspetti fondamentali è il Risk Appetite Statement (RAS), che definisce la soglia di rischio che il Consiglio di Amministrazione stabilisce ogni anno. Questo significa lavorare a stretto contatto con le varie funzioni aziendali per identificare i rischi, mitigarli e monitorarne l'andamento.
Per quanto riguarda la compliance, garantiamo che tutte le attività aziendali rispettino le normative. Ad esempio, nel marketing ci assicuriamo che le comunicazioni siano trasparenti per i clienti e conformi alle linee guida del regolatore. Inoltre, partecipiamo alla costruzione di nuovi prodotti e processi, fornendo consulenza in fase iniziale e svolgendo controlli di secondo livello per verificare il rispetto delle regole.
Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che trovi più stimolanti?
La varietà. Sia nel risk management che nella compliance, siamo coinvolti in tutta la vita aziendale, dalla costruzione di nuovi prodotti alla definizione dei piani strategici. Inoltre, la parte risk è estremamente quantitativa, un aspetto che mi ha sempre appassionato e che caratterizza il mio percorso professionale.
A proposito del tuo percorso, come sei arrivato a lavorare nel settore bancario?
Ho studiato economia politica e ho iniziato con uno stage in Citibank nel dipartimento di organizzazione, poi il mio capo si è spostato nella funzione risk e mi ha coinvolto. Da lì, non ho più lasciato questo ambito.
Dopo Citi, ho lavorato in Barclays, poi brevemente in Accenture nella consulenza strategica, ma ho capito che non era il mio mondo. Sono rientrato in Citi, poi sono passato in American Express, fino alla decisione di co-fondare Banca AideXa.
Come si bilancia la necessità di innovazione con il rispetto delle normative nel settore bancario?
È una sfida cruciale. Credo che innovazione e compliance non siano in contrasto, anzi, un approccio corretto e strutturato permette di costruire una macchina più solida.
Il rispetto delle normative può sembrare un freno all’innovazione, ma lavorando in modo intelligente e strategico si possono trovare soluzioni efficienti. La storia dimostra che strategie troppo aggressive e poco rispettose delle regole alla lunga non pagano. La chiave per AideXa è essere una banca con la solidità di un istituto tradizionale, ma con l’agilità di una fintech.
Cosa ti ha convinto a entrare nel progetto di Banca AideXa come Co-Founder?
Tre elementi principali: l’idea, le persone e la credibilità del progetto.
L’idea di una banca focalizzata sulle micro e piccole imprese era valida: avevo visto personalmente come le grandi banche non ponessero sufficiente attenzione a questo segmento. Poi, contava il team: persone di grande esperienza e professionalità, con cui ho capito di poter affrontare una sfida così ambiziosa. Infine, la fiducia di investitori istituzionali ha confermato che non eravamo gli unici a credere in questo progetto.
C'è una passione a cui non potresti mai rinunciare?
In realtà, non ho un hobby che mi cattura completamente, ma mi piace variare. Ad esempio, ultimamente mi sta piacendo il padel, mi piace sciare, giocare ai videogiochi con mia figlia e leggere, soprattutto di storia. Non romanzi storici, ma veri e propri libri di storia, soprattutto dal Novecento in poi.
Hai un libro o un film a cui sei particolarmente legato?
Sono molto legato a Il nome della rosa, sia il libro che il film con Sean Connery. E poi Il Gattopardo, che ho sempre trovato molto rappresentativo del carattere siciliano.
C’è un posto nel mondo in cui vorresti sempre tornare?
Sì, Scopello, in Sicilia. È il luogo dove ho passato le estati da sempre, prima con la mia famiglia e ora con mia moglie e mia figlia. È un posto che rappresenta per me la spensieratezza e il legame con le persone care.
Se ricevessi un finanziamento da Banca AideXa per un tuo progetto personale, quale sarebbe?
Probabilmente qualcosa legato all’immobiliare. Mi piace molto il mondo delle case e delle ristrutturazioni, mi affascina la progettazione. Mi ritrovo spesso a guardare case online per curiosità. Credo che ci sia ancora molto margine per innovare le piattaforme immobiliari, rendendo la ricerca e la valutazione delle case più rapide ed efficienti, magari con strumenti più affidabili per esplorare gli immobili a distanza.